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I canonici Rosset

“Don Commod voleva fare della sua casa una casa di preghiera, di accoglienza per dare alle persone bisognose la possibilità di stare vicine al Signore, nella pace.


«Se a Saint-Pierre verrà un giorno un sacerdote con queste vedute, con questo aiuto divino… il lavoro fatto non sarà più inutile».”

Alberto Careggio – Aurelia d’Isola, DON ALFONSO COMMOD. Sui Sentieri di Dio, Musumeci Editore, Aosta 1980

Il desiderio del Canonico Alfonso Commod trova realizzazione piena nelle persone dei Canonici Camillo e Giulio Rosset che sono stati davvero un grande dono per il Priorato e per quanti hanno avuto la grazia di conoscerli o semplicemente di incontrarli.
Hanno saputo rendere il Priorato un vero angolo di paradiso dove ci si sentiva come a “Casa”. Una “grande Casa” calda, sempre piena di gente, tanta gioventù ed un’atmosfera gioiosa di fraternità e di entusiasmo.

Appena ne varcavi la soglia era subito pronto ad accoglierti don Giulio: la sua delicatezza, la sua dolcezza, la sua discrezione, il suo sorriso accogliente sapevano metterti subito a tuo agio. Per non parlare della sua grande umiltà che in un uomo è sinonimo di grandezza e in un sacerdote è una virtù che ne mostra la santità…
Voleva sempre condividere con te una chiacchierata davanti ad un caffè o ad un aperitivo e ti stimolava alla confidenza, all’apertura dell’anima e ti infondeva fiducia e coraggio in ogni situazione. Quegli incontri ti lasciavano sempre un segno, ti inducevano alla riflessione profonda, a maturare nella fede.

E poi arrivava don Camillo, una figura all’apparenza più austera che, di primo acchito, quasi ti incuteva soggezione con la sua corporatura imponente, la capigliatura bianchissima, lo sguardo diretto, profondo, ma quando si avvicinava ecco il sorriso, un caldo abbraccio e subito un interessamento per la tua persona sulla tua vita, la tua salute, il tuo lavoro e sentivi di avere di fronte un “amico”, buono, generoso e tanto riconoscente, su cui poter sempre contare.

Quanti momenti, giorni, per qualcuno anni sereni, felici e pieni di grazia hanno seminato nel cuore di ogni persona che ha incrociato il loro cammino; quanti ricordi! Non sono più fra noi, ma sappiamo, la nostra fede ce ne dà la certezza, che anche oggi ci seguono dal Paradiso e allo stesso modo pregano per noi e per il loro Prieuré perché possa continuare ad essere quell’oasi di pace di cui il mondo di oggi ha più che mai bisogno.

"Dov’è carità e amore, lì c’è Dio e dove c’è Dio, là c’è futuro”.
(Benedetto XVI)

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